martedì, ottobre 16, 2007

La guerra di Troia - capitolo 2 - Storia di Paride

C’erano una volta un re di nome Priamo ed una regina di nome Ecuba che regnavano felici sulla città di Troia ed avevano 50 figli. Anche se “ogni scarafone è bello a mamma soia”, gli stessi Priamo ed Ecuba convenivano col fatto che non tutti questi figli gli erano riusciti proprio bene bene. Per esempio c’era Esaco, un poveretto che dopo una delusione amorosa tentava il suicidio tutte le mattine alle 8 in punto, gettandosi da una scogliera che, essendo troppo bassa, gli provocava a malapena qualche escoriazione. Alla fine gli dei, stanchi dei suoi vani tentativi, decisero di fare un favore all’umanità intera trasformandolo in un uccello così poteva volare e non cascare più!

Poi c’era Cassandra, considerata da tutti una pazza visionaria perché blaterava su catastrofi imminenti che si sarebbero abbattute sulla città di Troia. Ma l’appellativo non era esatto. Cassandra sì aveva il dono della veggenza, ma nessuno le credeva. La giovane e temeraria figlia di Priamo, infatti, un giorno si trovava a passeggiare per il bosco quando si imbatté nel dio Apollo in carne ed ossa che ebbe l'ardire di farle una proposta indecente:

“Se accetterai di giacere con me, io ti regalerò il dono della veggenza”.

La bella Cassandra accettò con entusiasmo ma al momento di pagare il suo debito si tirò indietro ed il dio Apollo la punì: da quel momento in poi più nessuno avrebbe creduto alle sue previsioni. Una vera catastrofe non solo per la povera Cassandra ma anche per tutta la città di Troia che, se solo avesse creduto alle sue parole, si sarebbe risparmiata di essere rasa al suolo.

E poi c’era Paride, il principe più bello di tutta Troia, ma anche quello che diede più rogne ai genitori, ancora prima di nascere. Infatti si narra che la regina Ecuba, in uno dei tanti momenti in cui era incinta, ebbe un incubo: sognò che dalle sue viscere spuntavano fiamme che incendiavano tutta la città fino alla sua distruzione totale. In preda alle vampate di calore la regina chiese subito consiglio al marito il quale, di fronte ad un sogno di tale difficoltà, convocò il consiglio dei saggi.

Ora la tradizione vuole che i saggi siano tutti vecchi, con le barbe e i capelli lunghi e bianchi, tipo Gandalf del Signore degli Anelli, e le opinioni sempre in disaccordo. Ma questa volta non avevano dubbio alcuno: questo bambino sarebbe stata la rovina di Troia.

Percossi e attoniti di fronte alla nefasta notizia, i due coniugi convennero che forse era il caso di disfarsi del nascituro. Dopotutto di figli ne avevano già a sufficienza, uno in più o uno in meno che differenza poteva fare?

Alla nascita di Paride lo consegnarono al fidato pastore Agelao, pregandolo di abbandonarlo sulla cima del monte Ida. Il pastore eseguì l’ordine ma dopo alcuni giorni, recandosi sulla cima del monte, trovò il bambino vivo e vegeto grazie ad un’orsa che lo allattava amorevolmente. Il cuore tenero di Agelao si commosse di fronte a quella scena, comprese che il destino di quel bambino era di vivere e così lo allevò, insieme alla moglie, come fosse figlio suo. Ma non sempre il cuore tenero agisce nel modo migliore, perché a volte occorre avere il coraggio di sacrificare una vita per poterne salvare altre migliaia. Ma questo Agelao non poteva saperlo.

Il giovane Paride crebbe così convinto di essere un umile pastore figlio di pastori. Ma siccome era principe, e per i greci tutti i principi erano forti, belli e aggraziati, anche lui era forte, bello e aggraziato: imparò a suonare il flauto e mentre pascolava le pecore il suono della sua dolce melodia si diffuse per tutto il monte fino a giungere alle orecchie della giovane Enone. Ben presto sbocciò un tenero amore ed i due piccioncini si scambiavano continuamente effusioni: lei confezionava per lui corone di fiori e lui incideva sugli alberi frasi del tipo “Il giorno in cui Paride non avrà più bisogno di Enone i fiumi risaliranno la corrente”. Che teneri che erano!

Si sposarono ed erano veramente felici, ma il destino dietro l’angolo era già pronto a compiere il suo misfatto.



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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava, sto leggendo con piacere la vera storia della guerra di Troia, anche a me non piacque il film Troy per tutte le sue inesattezze e visto che amo la mitologia greca mi appresto a leggere tutto ciò con interesse, visto che c'è sempre qualcosa che mi è sfuggito (come il primo amore di Paride).

Rick

cassandra ha detto...

E' una storia assai complessa questa perché sono in molti gli autori che hanno scritto qualcosa in merito e nonn è facile ricostruire ogni pezzo. Spero di riuscire in questo.