martedì, ottobre 02, 2007

Il dolce e l'amaro

Un film di Andrea Porporati.
Con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Toni Gambino, Gaetano Bruno, Gioacchino Cappelli, Ornella Giusto, Emanuela Muni, Vincenzo Amato, Renato Carpentieri, Fabrizio Gifuni.
Genere Drammatico, colore 98 minuti. -
Produzione Italia 2007.

Ma Luigi Lo Cascio non era contrario alla mafia? Un momento, sto facendo un po’ di confusione. Quello che ricordo io era Luigi Lo Cascio che interpretava Peppino Impastato nel film “I cento passi”. Ah, che bello quel film e che bravo Lo Cascio: era riuscito a dare forza e personalità ad un personaggio così marcato, determinato, intransigente, coraggioso e fortemente condizionato dai suoi ideali. Un vero talento del cinema italiano che diventa anche motivo di orgoglio visto che è nato a Palermo. Tuttavia per lui, dopo “I cento passi” tanti altri ruoli in film che però non avevano la stessa forza emotiva del primo. Il cinema italiano ha questo grande divario: se da un lato sforna film molto belli ed intensi, dall’altro però ne sforna anche altri di qualità inferiore in cui spesso e volentieri viene a mancare una trama ben definita e quindi tutto il peso del film va a cadere su personaggi spesso privi di personalità. Difficile quindi per un attore riuscire a far emergere il proprio talento.
Ed ora me lo ritrovo in “Il dolce e l’amaro”, film di Andrea Porporati, girato quasi interamente a Palermo. Sinceramente, appena ho visto la locandina, ho subito pensato che si trattasse di un altro film pesante e farraginoso in cui per due ore ti struggi la mente cercando di capire il tormento interiore del protagonista fino a che decidi di arrenderti ed aspetti con pazienza la fine. Tuttavia in molti me ne hanno parlato bene e così, spinta dalla curiosità, sono andata a vederlo.
Eccomi qua, seduta a vedere un altro film girato a Palermo che parla di mafia. Sai che novità! Ed invece la novità c’è: è il primo film di mafia che fa ridere. Senza scomodare Coppola con il suo “Padrino” ci troviamo di fronte ad un film che è l’esatto opposto dei vari “Palermo Milano solo andata”, “Pizza Connection”, “Mary per sempre”, “Ragazzi fuori” o addirittura la saga televisiva de “La piovra”. Certo visto l’argomento c’è qualche sparatoria qua e là, qualche goccia di sangue che scorre, qualche regolamento di conti a scopo vendicativo ed una serie abbondante di tradimenti, però la mafia viene vista ed affrontata con ironia, con l’esaltazione di certi atteggiamenti che finiscono per essere comici e che ridicolizzano alquanto il termine di “uomo d’onore”.
E qui torniamo a Luigi Lo Cascio, che stavolta interpreta Saro, un delinquentello, figlio a sua volta di delinquenti, che si fa tutta la trafila nel mondo mafioso fino a fare “carriera” e diventare uomo d’onore. E ritroviamo l’attore talentuoso di un tempo, che sa dare grinta e forza ai suoi personaggi, che sa fare ridere, piangere, commuovere e gioire al momento giusto e che sa regalare le mille sfaccettature che ogni essere umano ha nel suo DNA. E soprattutto arriviamo alla morale del film che si legge negli occhi di Saro quando si accorge dell’inganno della sua vita: voleva essere un grande uomo ed invece è stato un uomo di niente. In fondo la vera grandezza la si trova nelle piccole cose, in quelle che rendono la vita “normale” e che comunque ci fanno stare acanto alle persone che ci vogliono bene.
Ma come, direte voi, la morale del film non sta proprio nel suo titolo, e quindi nel fatto che nella vita si possono fare mille scelte ma che da esse scaturiscono migliaia di conseguenze e che quindi occorre prendere sia il dolce che l’amaro? Si, vi potrei pure dare ragione, anzi ve la do volentieri, però per me, la grandezza di questo film, sta nella parabola di un uomo che finalmente trova la sua dimensione.


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo il tuo pensiero su questo film! Visto da una palermitana, poi, assume una valenza diversa.
Tornerò! :-)
Ciao!

Michelangelo ha detto...

Molte volte si beve un cocktail amaro per sentire il retrogusto dolce, quasi celato in quella trasparenza quasi ingannevole del rhum! Bhe è molto vero che dopo una cosa bella il nostro sorriso viene infranto da una cosa brutta, ma noi siciliani siamo abituati a sorridere con amarezza e ormai non ci fa quasi più impressione !Ma di sicuro le noste lacrime non sono amare ma estremamente dolci!! il calore della nostra terra ci ha cotto a puntino facendo diventare quella tenera argilla del nostro animo un guscio impenetrabile!! amo la mia sicilia amo i siciliani e sorrido con le lacrime agli occhi!Ma in riflesso lontano intravedo la speranza di un domani migliore anche grazie a te!!

cassandra ha detto...

Ma anche grazie a te!!!