mercoledì, dicembre 26, 2012

Lo Hobbit


Genere: Fantastico

Regia:  Peter Jackson

Cast:  Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Ken Stott. «continua Sylvester McCoy, Barry Humphries, Cate Blanchett, Ian Holm, Christopher Lee, Hugo Weaving, Elijah Wood, Andy Serkis, Aidan Turner, Dean O'Gorman, Graham McTavish, Adam Brown, Peter Hambleton, John Callen, Mark Hadlow, Jed Brophy, William Kircher, Stephen Hunter

Durata: 164 min.

USA/ Nuova Zelanda 2012


Da quanto tempo non andavo al cinema? Parecchio, troppo per i miei gusti. Pochi giorni fa ho deciso di rompere gli indugi e di tornare a sedere davanti il grande schermo e l'ho fatto andando a vedere uno dei film che attendevo di più, ovvero "Lo Hobbit".
Si tratta del prequel de "Il Signore degli Anelli", sempre che di prequel si possa parlare, e narra le avventure di un giovane Bilbo Beggins e di come è venuto in possesso dell'anello del potere. Tratto sempre da un romanzo di Tolkien, e con la regia sempre di Peter Jackson, questa storia ci riporta indietro nel tempo e ci fa conoscere situazioni e personaggi sotto un'ottica diversa.
Bilbo è un hobbit tranquillo, come tutti gli hobbit della contea, che trascorre le proprie giornate a fumare erba pipa, a rimpinzare le scorte alimentari con i cibi più succulenti, a custodire centrini e porcellane di famiglia e a sfuggire da tutto ciò che potrebbe sottrarlo alla sua tranquilla e pacifica routine quotidiana. Ma un giorno viene coinvolto suo malgrado in un avventura tutt'altro che tranquilla, per aiutare i nani, guidati dal coraggioso ed orgoglioso re Thorin Scudodiquercia, a riavere la propria terra e la propria casa, perduta diversi anni prima.



Dopo un primo tempo un po' troppo fiabesco e scanzonato, a tratti anche lento e noioso, veniamo finalmente riproiettati nelle atmosfere che tanto ci hanno appassionato nella saga de Il Signore degli Anelli. Troviamo un Gandalf con un senso dell'umorismo molto più spiccato e meno tormentato dalle sorti dell'umanità; ritroviamo gli splendori di Gran Burrone, con il sempre enigmatico re Elrond, la bellissima e potente dama Galadriel, e l'ambiguo Saruman il bianco; scopriamo perché i nani non vedono di buon occhio gli elfi;  riviviamo i combattimenti feroci e frenetici contro creature orribili e malvagie, come i trols o gli orchi; conosciamo Radagast, uno stregone un po' matto che tuttavia sembra avere scoperto qualcosa di misterioso;  conosciamo la saggezza, il coraggio, la testardaggine ma anche l'avidità dei nani, troppo bisognosi di riavere la propria terra e di vedere riconosciuti i propri diritti; scopriamo come Bilbo sia riuscito ad entrare in possesso di alcuni oggetti che lascerà in eredità a Frodo, come la spada Pungolo, costruita dagli elfi, che si illumina di blu in presenza di orchi, ed ovviamente di come sia riuscito ad avere l'anello del potere in modo quasi involontario, come se l'anello stesso avesse voluto farsi trovare ed abbandonare i sotterranei dove per troppo tempo era rimasto prigioniero di Gollum.

Bilbo per carattere somiglia molto a Frodo. Sebbene piccolo e poco abituato a combattere, si ritrova a prendersi delle responsabilità che non gli spettano, a lottare con coraggio per difendere i suoi nuovi amici, sperando un giorno di rivedere l'amata Contea.

Rispetto al Signore degli Anelli, qui l'atmosfera è meno pesante, meno angosciante, meno terribile. L'anello del potere ha un valore del tutto marginale, nessuno ne conosce l'esistenza e lo stesso Bilbo che ne entra in possesso non si rende conto di cosa ha tra le mani. Al centro della vicenda c'è la causa dei nani ed il loro lungo e tortuoso cammino che li porterà verso Erebor.

Non ci resta che aspettare il prossimo episodio per scoprire come andrà a finire questa storia.

sabato, dicembre 22, 2012

Forse un giorno chissà

Perché dopotutto pensarti mi fa male, ma non posso farne a meno.
Mi piace pensarti e mi piacciono le cose che fai. Adoro quel tuo modo così buffo di rispondere alle domande, quelle tue frasi a volte lasciate a metà a volte un po' sconclusionate, la tua risata così spontanea e travolgente, la tua voce che si insinua nella mente e ripete continuamente le tue frasi.
Mi piace pensarti e ti vengo a cercare, la dove so che potresti lasciare un segno, un messaggio, una traccia di te.
Ma mi addolora la certezza che io per te non esisto. Sono solo una fra migliaia, confusa tra la folla, un piccolo puntino che si può fare a meno di non notare, tanto è ininfluente. Anche se ti lascio continuamente messaggi, anche se ci provo a farti sapere che esisto e che ti penso, nulla mai cambierà questa situazione.
E mentre tu continuerai ad andare avanti e a collezionare successi, io resterò sempre qui, a scrivere a nessuno, sperando che forse un giorno chissà...

martedì, dicembre 18, 2012

La guerra di Troia - Capitolo 12 - Briseide e l'ira funesta di Achille

Sono passati quasi 3 anni dall'ultimo mio articolo relativo alla guerra di Troia e mi sembra più che doveroso riprendere da dove tutto ha avuto inizio, ovvero dal motivo scatenante di quella che è diventata la famigerata ira funesta del Pelide Achille.
Forse non vi stupirà sapere che alla base di tutto c'è una donna ed il suo rapimento. A quel tempo si usava così.

I soldati greci erano stati radunati e convinti alla battaglia contro Troia con frasi patriottiche del tipo "Dobbiamo riparare ad una grave ingiustizia", "Basta, le nostre donne non devono più essere rapite", "Sconfiggeremo il nemico e passeremo alla storia", ecc... , ma in fin dei conti di salvare l'onore del povero Menelao non gliene fregava niente a nessuno. In realtà la guerra avrebbe portato loro ricchezze, tesori, gloria e tante belle donne. Per questo non vedevano l'ora di partire. Eppure da mesi se ne stavano accampati a girarsi i pollici e a grattarsi la pancia in attesa dell'ok degli oracoli.
E prima non si trovava Ulisse e senza Ulisse la guerra non si poteva vincere; e poi non si trovava Achille e senza Achille la guerra non si poteva vincere; e poi il mare era agitato perché Diana era offesa con Agamennone e voleva in cambio la figlia Ifigenia. Vi lascio quindi immaginare quanto prudessero le loro mani.
Quando finalmente riuscirono a partire si scagliarono contro la prima città che capitò loro davanti, la Cilicia, che aveva avuto il demerito di allearsi con Troia. Non l'avessero mai fatto. La Cilicia fu rasa al suolo, il suo re, Eezione, ucciso, tutti i tesori rubati e le donne rapite e fatte schiave. Ma questa guerra non era nata con il presupposto di impedire che le donne fossero rapite? Oppure ho capito male io?

Alla spartizione dei beni tutti i re si presero ovviamente i premi più belli. Ad Agamennone, che era il capo dei capi, toccarono gioielli, tesori ed una bellissima schiava, Criseide dalle belle guance. Anche ad Achille toccarono ricchezze ed una schiava, Briseide, anche lei dalle belle guance. Ma quello che sembrava un inizio col botto in realtà nascondeva una minaccia che stava per esplodere.
Criso, sacerdote di Apollo, nonché padre di Criseide, era profondamente addolorato per la terribile sorte capitata alla figlia. Non poteva sopportare che fosse diventata una schiava ed è per questo che, con tutto il coraggio e l'umiltà che può provare un padre di fronte alla sventura di una figlia, si presentò all'accampamento greco, chiedendo di parlare con Agamennone. Gli propose la sua intercessione con Apollo per la vittoria finale, ma in cambio voleva sua figlia. Proposta che tutti i re trovarono giusta, poiché avere un dio dalla propria parte, visto già come erano andate le cose fino ad allora, avrebbe dato loro una mano. Ma Agamennone non era di questo parere. Come poteva lui, che era il capo dei capi, sottomettersi ad un simile ricatto? Come poteva cedere i suoi trofei e rimanere a mani vuote, mentre gli altri si potevano gongolare delle proprie conquiste? Ovviamente cacciò Criso in malo modo, mettendo a tacere tutto e tutti. E che diamine, ci vuole rispetto!
Il giorno dopo cominciò a piovere. Ma non era acqua quella che cadeva dal cielo, bensì frecce appuntite che uccidevano i soldati. Quale altra diavoleria stava accadendo?
Dopo 9 giorni di pioggia e morte si decise di interrogare il più indovino tra gli indovini, il solito Calcante, al quale chiesero il perché di una tale disgrazia. Calcante disse che il dio Apollo era furioso con Agamennone e pretendeva che lui liberasse Criseide. Ma dai, non ci sarebbe arrivato nessuno!

Povero Agamennone, tutte e lui capitavano. Possibile che ogni volta che aprisse bocca finiva per offendere una divinità? Possibile che tutti pretendessero sempre da lui sacrifici? Ancora gli bruciava il fatto di avere dovuto perdere la figlia, e ora pure questo. No, mai e poi mai, lui non poteva sottomettersi. A questo punto si fece avanti Achille che cercò di mediare.
Achille, il ragazzo invincibile, l'impavido guerriero che non aveva nessuna pietà per i nemici, il difensore dei più deboli, il fidanzato che tutte le mamme avrebbero voluto per le loro figlie. Tutti amavano Achille. Tutti, tranne Agamennone. Non sopportava questo suo buonismo a tutti i costi e se lo aveva portato fin lì era solo perché senza di lui sarebbe stato impossibile vincere la guerra.
Dal canto suo neppure Achille nutriva particolare simpatia per Agamennone. Già non poteva soffrire la sua superbia, la sua arroganza e quei suoi modi da prima donna. Ma dopo la storia del finto fidanzamento con Ifigenia diciamo che gli stava proprio sulle......
La lite fu inevitabile e furibonda, volarono parole grosse, insulti ed accuse, e senza l'intervento degli altri i due re sarebbero venuti alle mani. A quel punto Agamennone, vistosi con le spalle al muro, sentenziò che avrebbe rinunciato a Criseide in cambio di  Briseide. Dopo quelle parole tutti sapevano che cosa sarebbe successo.
Achille cedette Briseide ad Agamennone ed Agamennone lasciò libera Criseide.
Apollo smise di lanciare frecce sull'accampamento.
Ma Achille decise di abbandonare la guerra.
Non poteva esserci catastrofe peggiore.

lunedì, dicembre 17, 2012

Il mio viaggio in Irlanda

Si trovano oggetti strani dentro il mio armadio, anche poco convenzionali. In mezzo a vestiti, scarpe, borse, sciarpe e berretti giace una vecchia bottiglia in plastica che un tempo conteneva del te freddo e che oggi invece funge da salvadanaio. Secondo le intenzioni iniziali doveva essere un salvadanaio provvisorio, in attesa di trovarne uno più adatto all'uso, ma sono più di 3 anni che svolge il suo dovere e mi sa che da lì non lo schioda più nessuno.
Vi metto tutte le monete da € 1 ed € 2 che durante l'anno riesco a raccogliere con l'unico intento di potermi pagare ogni estate volo aereo e magari qualcosina in più per un viaggio in una località a mia scelta nel mondo. Perché a me viaggiare piace, perché se potessi lo farei molto più spesso.
Tuttavia l'estate del 2011 doveva fare eccezione. Se tutto fosse andato come doveva andare  non ci sarebbero stati i presupposti per avventurarsi in un viaggio. E per la prima volta in vita mia ero strafelice di non potere partire. Ma le cose non sempre vanno per il verso giusto, ed alla fine mi sono ritrovata nella situazione opposta a quella che avevo prospettato. Questa volta partire voleva dire fuggire, allontanarsi e dimenticare quella estate così assurda.
Con questi presupposti ho affrontato uno dei viaggi più belli ed emozionali che abbia mai fatto. Se da un lato le meraviglie dell'Irlanda mi si offrivano davanti con uno splendore ed una bellezza a tratti commovente, dall'altro c'era sempre il dolore a tormentarmi ed a ricordarmi che senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile. Forse per questo motivo il desiderio di potere visitare nuovamente l'Irlanda, spingendomi anche in luoghi che per ragioni di tempo non ho potuto visitare, diventa ogni giorno sempre più grande.

Se siete sopravvissuti a questa mia lunga (come sempre) ma necessaria (almeno per me) premessa, ecco come si è svolto il viaggio. Ho organizzato tutto l'itinerario da sola, leggendo su vari siti informazioni sui luoghi da vedere e calcolando con le mappe i percorsi più itineranti.Ci ho messo un mese per riuscire a far quadrare budget, giorni disponibili, itinerari significativi e percorsi non troppo massacranti. Alla fine credo di essere riuscita ad organizzare un viaggio niente male, stancante da morire, ma stupendo. L'Irlanda è il luogo ideale per chi sogna una vacanza tranquilla, lontano dal caos e dalla gente, il più vicino possibile alla natura e a tutte le sue infinite bellezze.
Per organizzare il mio viaggio mi è stato molto utile il sito Irlandando, dal quale ho preso tutte le informazioni sui luoghi da vedere e da non perdere assolutamente.
Siamo partiti in aereo, volo diretto Ryanair Trapani Dublino.
Ci siamo spostati in auto, noleggiata all'aeroporto, che ci ha permesso di muoverci liberamente.
Una settimana è stata davvero poca e quindi, onde evitare di fare spostamenti apocalittici, alla fine mi sono limitata all'Irlanda sud-occidentale.

Giorno 1 - Kilkenny
Kilkenny è una cittadina molto carina, a 130 km da Dublino, che ci ha dato il primo assaggio di Irlanda. Mi hanno colpita le casette tutte colorate, le strade ordinate e pulite, il castello circondato da un immenso prato verde attraversato da podisti e scoiattoli, ed ovviamente tutti i locali dove alle 18,30, cascasse il mondo, si iniziava a fare musica dal vivo, mangiando e bevendo Guinnes.

Giorno 2 - Killarney National Park
Il Killarney National Park è un immenso parco tutto disseminato di prati, boschi, laghi, antiche dimore, ruscelli e cascate. Insomma tutto quello che si dovrebbe vedere in un parco! Ricordo gli 8 km a piedi, per un banale errore di calcolo dell'itinerario, per arrivare alle famose Tork Waterfall. Ed io che mi lamentavo della mia vita sedentaria.

Qui il racconto di viaggio della giornata sul mio blog fotografico 

Giorno 3 - Ring of Kerry
Il Ring of Kerry è un percorso circolare, appunto ad anello, che circonda la contea di Kerry, una delle più belle di tutta l'Irlanda. Tra campi di balle di fieno, pecore con la testa nera e coste frastagliate diciamo che non c'è il tempo di annoiarsi.

Giorno 4 - Dingle
Il Dingle è una penisola spettacolare, con scogliere a strapiombo sul mare e coste meravigliose. Qui abbiamo potuto vivere l'unico giorno di sole dell'intera settimana.


Qui il racconto della giornata sul mio blog fotografico

Giorno 5 - Cliffs of Moher
Le Cliffs of Moher sono le scogliere simbolo dell'Irlanda, alte 200m e lunghe 8 km. Ricordo il vento fortissimi e freddo ad agosto (figuriamoci in inverno).

Qui il racconto della giornata sul mio blog fotografico

Giorno 6 - Connemara
Credo che sia il posto più bello di tutta l'Irlanda. Completamente lontano dal resto del mondo, selvaggio, ricco di villaggi di pescatori ed allevatori, un vero paradiso. Peccato solo per la pioggia, non sono riuscita a godermelo. Anche per questo vorrei tornare.

venerdì, dicembre 14, 2012

XFACTOR, Chiara Galiazzo e la musica

Una settimana fa si è conclusa la sesta edizione di XFACTOR ITALIA. Sebbene non ami molto la musica italiana degli ultimi anni (trovo che ci siano troppe canzonette banali, ripetitive, melense, prive di emozioni, un vero affronto ai grandi cantautori del passato che hanno fatto la storia della musica), sebbene detesti i talent show, spesso vittime dello show business, troppo preoccupati a fare audience e vendere spazi pubblicitari, XFACTOR fa eccezione.
Mi piace che ci siano persone competenti che vanno alla ricerca di nuovi talenti e che fanno scelte musicali a volte anche sperimentali. Mi piace anche tutto lo spettacolo che è costruito attorno ad ogni singola esibizione. Mi piace che vengano proposti brani del vasto patrimonio musicale mondiale. Mi piace a volte anche scoprire brani nuovi che non conoscevo e che invece meritano spazio.
Lo seguo per curiosità, oltre al fatto che è l'unico programma televisivo che riesca schiodare mio marito dall'inseparabile schermo del pc.  Ma quest'anno è accaduta una cosa strana, che mi ha sconvolta e che mi da molto da pensare da diversi giorni: mi sono affezionata a quella che poi è diventata la vincitrice indiscussa di questa edizione: Chiara Galiazzo.
Io, così fredda e distaccata; io che mi lascio scorrere addosso tutte le cose che non mi riguardano; io che tanto detesto il mondo dello spettacolo. Come è stato possibile tutto ciò?

Chiara è una ragazza di 26 anni, veneta, neolauerata in economia, timida, simpatica, autoironica, che ama cantare fin da quando era bambina e che nella sua vita ha ricevuto parecchi no. E' stata scartata ad Amici (per sua fortuna!), oltre che ai pre-casting di XFACTOR dello scorso anno. Ma quest'anno ha incantato tutti. Molti di quelli che oggi si proclamano suoi fan dichiarano che l'avevano inquadrata come vincitrice fin dal primo provino.



 

Già, me lo ricordo il provino. Si è presentata davanti ai giudici con un cappottino a scacchi bianco e nero, e quando l'ho vista ho pensato "Guarda, è già pronta per andarsene" (battuta che tra l'altro mi è stata rubata da Arisa che l'ha ripetuta pochi istanti dopo!). Le hanno chiesto se voleva vincere XFACTOR e lei ha risposto "Non so neanche se ora mi prendete". Sotto sotto ho pensato: eccone un'altra che va lì, tanto per provarci, senza magari avere nessun talento.Poi ha cantato, Teardrop dei Massive Attack, ed ha lasciato pubblico, giudici e me a bocca aperta. Ma guarda un po' che tipo. Sotto l'insospettabile veste di ragazza timida ed imbranata si nasconde una voce bella ed emozionante. Ovviamente è stata selezionata ed è poi diventata una concorrente a tutti gli effetti.
Eppure ancora allora non ero così certa della sua vittoria.
La certezza è arrivata alla prima puntata, quando ha cantato Purple Rain di Prince. E lo ha cantato in un modo del tutto originale, senza né imitare né rovinare questo capolavoro della musica. Una figata pazzesca, troppo troppo bella! Lì ho detto "Ok, lei ha vinto, sospendete la trasmissione, è inutile andare avanti".
Era fin troppo superiore agli altri, almeno 3 spanne sopra. Ogni esibizione era un capolavoro, un crescendo di bravura, una interpretazione fantastica. Ed ha pure cantato molti dei miei brani preferiti.Come The final contdown degli Europe (la mia canzone preferita in età adolescenziale) in una originale versione tango. Anche questa una figata pazzesca! Come  I was made for loving you dei Kiss (altro brano che adoro) con quell'acuto che spaccava. Come L'amore è tutto qui, di Piero Ciampi, canzone che immeritatamente non conoscevo e che è bellissima cantata con la sua voce soave.

Mi è piaciuto un sacco persino l'inedito, Due respiri, scritto da Eros Ramazzotti, che non è nella lista dei miei cantanti preferiti. Però mi è piaciuta la canzone, mi è piaciuta la sua interpretazione, mi è piaciuto tutto.
Si lo so, sto parlando come una fan sfegatata, non è da me! Eppure non riesco a fermarmi. Certe volte quando l'ascolto cantare mi viene da piangere. Assurdo, incomprensibile, ma vi prego non ditelo a nessuno.
Quello che mi colpisce di lei è il suo modo di essere, una specie di Dottor Jekil e Mister Hide della musica. Quando non canta è una ragazza goffa, timida, impacciata, molto simpatica, buffa e divertente, con un marcato accento veneto, che gesticola quando parla . Praticamente la ragazza della porta accanto (si lo so, battuta da luogo comune, me la potevo risparmiare, potevo essere originale, ma dai ci sta), l'amica con cui trascorrere una serata a bere una birra, a ridere e scherzare, con la quale fare shopping, con cui parlare e divertirsi. Ma quando canta cambia radicalmente, diventa seria, professionale, intonatissima, ha una voce bellissima che ti entra dentro e che ti emoziona. Non te lo aspetti, ti lascia a bocca aperta, e non sbaglia un colpo.
Ha vinto senza problemi. Ricordo la sua faccia, pochi istanti prima che il presentatore Alessandro Cattelan proclamasse il vincitore, aveva una espressione serissima, tesa, quasi preoccupata. Dopo è scoppiata in lacrime, ha ringraziato tutti, era raggiante. E come darle torto.

Da quando XFACTOR è finito io sono diventata una fan di Chiara sia su facebook che su twitter. Seguo tutte le sue apparizioni, quando posso le vedo, quando non posso scarico il podcast. Mando messaggi, leggo le chat e le opinioni di tutti gli altri fans. Lo ripeto, non è' da me. Ma non riesco a farne a meno.
La verità è che lei mi piace come persona: semplice, spontanea, ma anche con i piedi per terra, capace di credere nel suo sogno ma allo stesso tempo di costruirsi una carriera alternativa. Un po' come me del resto (anche se i miei sogni sono diversi dai suoi).
Ci ha creduto ed alla fine ha realizzato il suo sogno. Brava.

Sono tornata

Dopo un lungo silenzio, durato più di 2 anni, ho deciso di tornare a scrivere sul mio vecchi blog. Durante questi ultimi tempi sono successe tante cose, molte delle quali piuttosto tristi e dolorose, che mi hanno fatto passare la voglia di scrivere e di raccontare/raccontarmi. Un blocco mentale e psicologico difficile da superare, che forse ha meritato un lungo silenzio ed una pausa di riflessione.
Non che in questi 2 anni io sia rimasta in silenzio.
Ho creato 2 blog che racchiudono 2 mie passioni: la fotografia e la cucina.
Il mio blog fotografico (www.soulwomanphoto.com) racconta un po' le mie avventure fotografiche e le mie impressioni sul mondo della fotografia in generale.
Il mio blog culinario (notespeziate.blogspot.com) raccoglie alcune delle mie ricette, i piatti che cucino ogni giorno per la sopravvivenza.

Ma da qualche giorno avverto il bisogno di uno spazio in cui potere scrivere liberamente quello che mi passa per la mente, senza farmi troppi problemi e così, quale occasione migliore, per rispolverare questo blog che in passato mi ha regalato tante soddisfazioni? Il mio vecchio ed amato Libero Respiro!
Non so se i miei vecchi pochi lettori saranno ancora lì pronti a leggermi. Quello che conta è che io ho di nuovo voglia di scrivere.