martedì, novembre 10, 2015

X Factor e l'insostenibile leggerezza dei talent show

Ormai da qualche settimana ha avuto inizio la nona edizione di X Factor, uno dei primi e più amati talent show che va alla ricerca di nuove voci da lanciare nel mondo della musica. La formula è sempre la stessa, ovvero migliaia di giovani (e meno giovani) che si presentano ai provini e vengono selezionati da 4 giudici esperti del settore, per poi essere proposti ai live show dove, attraverso eliminazione diretta, ne resterà soltanto uno. Al vincitore un contratto con la casa discografica, tanta pubblicità e l'augurio di un grande successo. E fin qua nulla di nuovo. Quest'anno, per la prima volta, i giudici sono 4 musicisti che di dischi ne vendono parecchi, come Elio, Skin degli Skunk Anansie, Mika e Fedez. Insomma una bella squadra.

Confesso di avere seguito con un notevole entusiasmo alcune delle edizioni precedenti tuttavia, con il passare del tempo, questo talent show ha perso per me interesse. I motivi sono parecchi.
Innanzitutto la formula, sempre uguale, e quindi a lungo andare noiosa: le assegnazioni di brani già esistenti che vengono reinterpretati dai concorrenti con nuovi arrangiamenti, le esibizioni con tanto di coreografia spettacolare, i commenti che a volte sembrano esaltare problemi inesistenti e osannare banali prestazioni, il televoto e la consacrazione. Insomma, sempre la stessa solfa. Va bene direte voi, queste sono le regole, non è che si possa fare diversamente. Ed avete ragione, sulla formula c'è poco da fare. I problemi sono altri.

Quello che noto è che i personaggi più originali, estrosi, che possono portare innovazione, nella maggior parte dei casi vengono scartati, per fare posto a coloro che molto di più si adattano a quello che vuole il pubblico. Perché chi decide veramente chi deve andare avanti è sempre il pubblico sovrano. Ma poi il pubblico sa veramente ciò che vuole? Il bello dell'arte non è riuscire a sorprendere con qualcosa che nessuno si aspetta?
Spesso i commenti dei giudici sembrano pilotati, come se si volesse influenzare il giudizio finale, mandando avanti alcuni a discapito di altri. Complottismo? Non so, il dubbio però rimane.

Alla fine viene fuori un cantante che ha vinto interpretando brani bellissimi del passato (spesso in inglese) e poi viene "costretto" a fare un disco di canzoni più o meno commerciali, molte delle quali passano inosservate. A parte Mengoni che ha un successo strepitoso (e comunque ha dovuto faticare non poco, rischiando quasi l'anonimato), molti sono praticamente finiti nel dimenticatoio e altri si sono ricavati una piccola fetta di seguaci. Insomma quello che emerge non è tanto la mancanza di nuove voci ma la mancanza di autori interessanti. E' vero che le vie del successo sono sempre molto articolate ed incomprensibili, tuttavia l'innovazione negli ultimi anni si fa sempre più latente.
Ed è per questo che ultimamente seguo X Factor con notevole distacco.
Ma questa ovviamente è solo la mia opinione, che vale quanto il due di coppe quando la briscola è a mazze.
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