martedì, febbraio 04, 2014

La vita, il sole, la felicità

Finalmente il sole. Dopo giorni grigi di pioggia intensa, vento, strade allagate, fiumi esondati, biancheria stesa che tarda ad asciugare e temperature rigide, oggi finalmente il cielo è azzurro, solo a tratti screziato da bianche e rassicuranti nuvole. Lungo le strade sono rimaste solo tante splendide pozzanghere che riflettono un mondo  pieno di colori.

Non avrei mai pensato di potere essere così meteoropatica. Fino a ieri non avevo voglia di fare nulla, le idee scarseggiavano e mi sentivo così inutile. Oggi invece tutto appare con una luce diversa: ho voglia di uscire, di stare all'aria aperta, di respirare, di camminare, di vedere cose nuove e di alimentarmi di nuovi stimoli.

A volte mi chiedo come sarebbe vivere lontano da qui, magari in un'altra città, magari a Londra. Mi è piaciuta tantissimo, non avrei mai pensato che una città così grande e caotica potesse affascinarmi così tanto. Ho amato soprattutto quel senso di libertà e quella consapevolezza che tutto è possibile: starsene sdraiati su un prato, circondati dall'erba verde e rigogliosa, a destra un antico palazzo dimora reale, a sinistra un immenso lago dove anatre, papere e cigni trovano ristoro; entrare in una ceffetteria, bere un te al limone  e zenzero e mangiare un brownie cioccolattoso che si scioglie in bocca; passeggiare la sera lungo le sponde del Tamigi, ammirare palazzi antichi e moderni che si specchiano nelle acque e si riflettettono come fossero la porta per un universo parallelo; visitare musei, assaporare l'arte in tutte le sue forme, così bella, così a portata di mano, così raggiungibile, così normale; spostarsi in modo rapido e funzionale, saltando da un treno ad un altro, da un bus ad un altro, senza nessun intoppo.

Quella settimana a Londra è stata bellissima, indimenticabile e devo ammetterlo, mi manca. Ma riuscirei mai a vivere in una città dove piove 300 giorni all'anno? Durante quei giorni sono stata fortunata, il cielo era sempre limpido, il sole splendeva fino a pomeriggio inoltrato ed ero circondata da mille colori: il verde dei  tantissimi parchi; il rosso dei bus; il giallo, il nero e il bianco dei taxi; i colori pastello delle facciate dei palazzi. Ma come sarebbe stato se invece del sole ci fosse stata la pioggia? E come sarebbe vivere in un posto simile, dove il grigio avvolge ogni cosa e l'umidità ti penetra nelle ossa?

Dopotutto alle comodità, all'efficienza, alla puntualità e ai servizi ci si abitua e finirei come quei tanti che si lamentano perché il treno ha 2 minuti di ritardo. Mentre al sole, al mare dietro casa, all'aria e ai colori non ci si può disabituare, non si può mai esserne sazi, non si può ami non desiderarli.

E forse questo è il vero problema.
Categories:

0 commenti: