lunedì, novembre 05, 2007

La guerra di Troia - capitolo 5 - Elena


Elena dai capelli color oro; Elena dagli occhi color del mare; Elena dalle bianche braccia; Elena dalle guance belle… Così gli aedi descrivevano Elena, la donna più bella del mondo, suscitando la curiosità di chi ancora non aveva avuto la fortuna di conoscerla. Che fosse bella non v’erano dubbi, tanto è vero che a qualcuno venne il sospetto che avesse origini divine.


Si vociferava infatti che Zeus, in una delle sue tante scappatelle, sedusse la giovane Nemesi, dea della vendetta, che nel frattempo si era trasformata in oca, trasformandosi lui stesso in cigno. Da questa unione aviaria fu fecondato un uovo che poi fu fatto scivolare nel ventre di Leda che alla fine partorì una bambina come fosse figlia sua e del marito Tindaro, re di Sparta. Secondo un’altra leggenda, Leda ebbe un contemporaneo rapporto con il marito Tindaro e con Zeus e da questo triangolo amoroso furono generate 2 uova: dal primo nacquero Elena e Clitennestra, figlie di Tindaro, dal secondo i Dioscuri Castore e Polluce, figli di Zeus.


Sebbene in molti sostengano che la bellezza sia un dono della natura, per Elena fu solo fonte di guai e disgrazie, sia per se stessa che per gli altri. La bellezza di Elena era tale che chi la vedeva sentiva il bisogno di possederla e non potendovi con le buone finiva per rapirla. Già all’età di 10 anni, Teseo e l’amico Piritoo la sottrassero indebitamente ai genitori e poi se la giocarono ai dadi. Vinse Teseo che però non ebbe il tempo di consumare il suo matrimonio grazie al provvidenziale intervento dei Dioscuri che riportarono Elena, viva e vegeta al padre.


Il povero Tindaro, che era un uomo abbastanza pacifico, pensava di avere risolto i suoi guai e si godeva la sua figlioletta, bellissima ed ancora vergine, in attesa che un principe ricco e potente venisse a bussare alla sua porta per chiederla in moglie. Ma alla sua porta non venne a bussare un solo principe, bensì tutti i principi della Grecia, ognuno dei quali offriva grandi doni in cambio della mano di sua figlia ed ognuno dei quali prometteva atroci vendette in caso di rifiuto. Sul volto di Tindaro il sorriso svanì ed al suo posto comparve un ghigno di preoccupazione che non lo lasciava più vivere. Perché aveva una figlia così bella che le dava tante preoccupazioni.? Perché la natura aveva voluto essere così magnanimo nei suoi riguardi?


La soluzione al problema gliela offrì proprio uno dei pretendenti, Ulisse re di Itaca. Ulisse non era bello, forte e ricco come tutti gli altri, però era furbo e scaltro e grazie alla sua astuzia riuscì più volte a risolvere intricate situazioni. Propose al re di far giurare a tutti i pretendenti eterna fedeltà a chiunque sarebbe stato il marito di Elena e addirittura di intervenire qualora essa fosse rapita. Ancora una volta il re di Itaca trovò la soluzione migliore al problema ma non sapeva che questa gli si sarebbe ben presto ritorta contro.


Per il re Tindaro ora era tutto più facile e poteva finalmente scegliere lo sposo per la figlia, ma ancora una volta non seppe prendere una decisione e lasciò il compito alla stessa Elena che fra i tanti scelse Menelao, un giovane mite, di buon cuore, leale, che in tutto quel tempo non l’aveva corteggiata né con tesori né con ricchezze ma con la dolcezza delle sue premure. Ah che romantico…


E mentre gli altri principi se ne tornarono a casa con la coda fra le gambe, pronti a rifarsi una vita con altre donne, Menelao si godeva la sua bellissima moglie ed il trono di Sparta, lasciatogli in eredità da Tindaro. Tanta fortuna che presto si sarebbe mutata in sventura.

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3 commenti:

Michelangelo ha detto...

La cosa che mi fa più ridere sono i nomi dei vari personaggi!! mi stupisce che elena abbia un nome così semplice!! forse perchè cela insidie e quindi si vuole camuffare in una personaggio normale che tanto normale non è!!! comunque sto ancora ridendo per piritoo, doveva essere un personaggio di sembianze aereformi!! ah ah!! scherzo!! e rinnovo i complimenti per la precisione e chiarezza che riporti nel narrare la storia di Troia !! ahime sempre odiata nei libri di scuola!!

Anonimo ha detto...

Spesso si accomuna, volgarmente il nome di Elena a Troia e quindi Elena di Troia, mentre in realtà Elena era greca e non di certo troiana. Bisognerebbe cercare il perchè a monte, cercare l'origine della parola troia e capire perchè assume da noi un significato così antipatico, ma questa è un'altra questione,vi anticipo solo che in francese la troia e la femmina del maiale, la domanda credo che sia se Elena fosse davvero così bella!
La risposta, almeno la mia, è che non occorre essere belle per creare tanti problemi.
La donna è, o almeno era, simbolo di virtù, s'intende per virtù il candore, la castità, la devozione, la fedeltà, pensate che la Vergine è divenuta divina per conservare al massimo il candore della virtù.
Quindi la domanda da porsi è la seguente: quanto era casta la troiana, o meglio la greca di Troia?
Risposta, poco anzi pochissimo, appena scorse il bellissimo Paride, davvero bello(attira l'interesse di Venere, Diana e Giunone),gli salta addosso e lo segue come una pazza. Ma come tutte le donne di scarsa virtù, Elena era molto volubile e quindi non fu certamente l'amore che la spinse a seguire il principe Paride quanto la voglia di scappare lontano dall'insipido Menelao, lei stessa dirà che gli uomini l’attraversano, non lasciano traccia.

cassandra ha detto...

Grazie Gianni, i tuoi interventi sono sempre molto interessanti e colti. Io purtroppo non conosco l'origine della parola "troia" ed i relativi significati che oggi le attribuiamo, però farò una ricerca e vedrò di trovare qualcosa.
E' vero, la virtù femminile è sempre associata alla castità, ma per i greci la bellezza contava più di ogni altra cosa, era quasi un valore personaòe, al punto da fare perdere la testa.
Sulel colpe di Elena ci sono diverse opinioni. ma sulla storia del suo rapimento ne parlerò meglio nei capitoli successivi.